- Autore: Luca Arnaù
- Titolo: Le dieci chiavi di Leonardo
- Casa editrice: Newton Compton
- Pagine: 299
- Genere: Thriller storico
Cari amici librosi,
questo mese vi parlo del thriller storico “Le dieci chiavi di Leonardo” di Luca Arnaù, edito da Newton Compton.
Un thriller ispirato alla parte finale della Divina Commedia di Dante Alighieri. Nello specifico, Luca Arnaù si è interessato alle Malebolge, l’ottavo cerchio dell’Inferno dantesco, suddiviso in dieci bolge (o fossati), nelle quali i dannati sono puniti in base alle loro colpe.
Quello mostrato è un omicida seriale, lo Strappacuori, il primo serial killer; un assassino senza scrupoli, il male impersonificato da un individuo che idolatra Satana. L’autore mostra una malvagità atavica, creando una sorta di elogio del male. Il male perfetto.
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Firenze, 1481. In città degli efferati omicidi scuotono la quiete pubblica, un assassino, lo Strappacuori, si aggira indisturbato nella notte, rapisce le vittime e le tortura a morte, con atroci sofferenze. Uno schema lucido e freddo ne determina le azioni, come guidato da un missione divina. Una particolare firma caratterizza gli omicidi: il cuore strappato dal petto delle vittime.
Sarà Leonardo Da Vinci a essere incaricato di indagare e capire l’identità di quel demone. Grazie alle sue ingegnose creazioni riuscirà a comprendere il vero schema dello Strappacuori. Un qualcosa di diabolico, di infernale, ben descritto in un’opera letteraria: La Divina Commedia. Da Vinci dovrà affrontare un qualcosa di mai visto e mai fatto, di dover fronteggiare il diavolo impersonificato da un individuo celato nell’ombra.
Ma non sempre l’astuzia e l’ingegno possono salvare la vita. Il tempo incalza, lo Strappacuori continua nella sua missione, completare le dieci bolge fino ad arrivare all’obiettivo finale: uccidere Lorenzo de Medici e poter aprire le porte dell’Inferno.
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Interessante il parallelismo creato dall’autore tra bene e male, tra le due facce della stessa medaglia, e nella contrapposizione tra Leonardo Da Vinci e lo Strappacuori. Attraverso la scelta di una voce narrante onniscente, si ha la possibilità di vivere i vari punti di vista, compreso quello dell’assassino. Lo scopo, infatti, è proprio il mostrare la psiche del serial killer. Di entrare nei meccanismi mentali di un individuo apparentemente insospettabile, protetto da una facciata costruita negli anni, che nasconde il suo vero io dietro a una maschera sociale di falso buonismo. Qual è il vero volto del male?
Un aspetto interessante quello della normalità o bontà che cela un male profondo, diabolico.
Nella conferenza stampa di presentazione de “Le dieci chiavi di Leonardo“, Luca Arnaù ha ammesso che tale aspetto e studio è nato anche grazie alla sua esperienza personale, avendo incontrato lui stesso dei serial killer, ormai in carcere, essendo giornalista di cronaca nera. Ciò che più lo ha stupito è stata la “normalità” apparente, quasi noiosa, di tali soggetti. Ed è forse questo che crea maggiore turbamento, la normalità può celare un qualcosa di oscuro.
Quello descritto dalla sua penna è un Leonardo che si ritrova in una situazione più grande di lui, non essendo un uomo di guerra ma, anzi, un uomo di ingegno e creatività. Ma, nonostante il suo profondo terrore nei confronti di una tale figura oscura, di quel demone nero, allo stesso tempo ne è affascinato.
Che dire della Cortigiana d’Inchiostro? La storia narrata da Luca Arnaù è avvincente e immerge il lettore fin dalle prime pagine. Una storia curata nei dettagli e che lascia con il fiato sospeso fino all’epilogo inaspettato.
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