Autore: Siro T. Winter
Casa Editrice: Self-Publishing
Pagine: 598
Genere: Romanzo rosa
Cari lettori, oggi vi parlo del libro letto per questo mese intitolato Come miele e neve di Siro T. Winter. Un titolo che vuole comunicare un contrasto, una sorta di dolce opposizione tra due essenze diverse; la neve: fredda, bianca, granulosa, e il miele: caldo, dolce, fuso. Vi è un’unione tra due mondi opposti, un richiamo alle identità, ai protagonisti descritti. Due personaggi che si incontrano e si uniscono pur essendo diversi, talmente diversi da attrarsi e combaciare nell’animo.
La storia narrata gira attorno alla protagonista, Lucia Zarda, per gli amici Lou, una ragazza italiana trasferitasi a Helsinki per amore, per seguire il suo fidanzato Andrea in una terra diversa, quasi inizialmente ostile e decisamente opposta rispetto all’Italia. Paradossalmente però, l’incontro di Lucia con la Finlandia è amore a prima vista, si rispecchia in quella natura così rigida, con le persone apparentemente fredde ma in verità calde nell’animo, come lei dopotutto. Lucia trova se stessa in una terra lontana. Riesce ad affrontare il dolore della separazione con Andrea, rimettendo in ordine i cocci del suo cuore e crearsi una vita in quella terra così lontana ma allo stesso tempo così vicina.
Proprio in questa sua nuova vita scandita dalla tranquillità del lavoro e da quell’equilibrio faticosamente ritrovato, riscopre un sentimento dimenticato da tempo, forse mai conosciuto, grazie a un incontro fortuito, un incontro sotto i fiocchi di neve tra due anime sofferenti e in cerca di un calore sconosciuto. Sarà quell’incontro inaspettato con il suo vicino di casa, il musicista Vilhelmi Niemi, un’anima solitaria e schiva come Lucia, che le permetterà di dare una risposta a quella domanda che da sempre si pone “Perché batte il cuore?”. Lucia dovrà affrontare quelle paure e insicurezze che la attanagliano, ponendola di fronte a scelte che la allontaneranno da ciò che il suo cuore consiglia, per poter capire realmente che ciò di cui ha bisogno, in verità, è a un passo da lei.
La storia di Lucia è narrata in terza persona, non vi è un narratore onnisciente, è infatti approfondita maggiormente l’interiorità della protagonista femminile rispetto agli altri personaggi, della quale si conoscono e si leggono le paure, le insicurezze, gli stati d’animo. Tuttavia, in questo caso, una definizione netta della tipologia del narratore non è così facile, perché solo in alcuni momenti del libro è permesso al lettore di entrare nella mente del protagonista maschile. Il tutto però non sembrerebbe avere un ordine chiaro e stabilito.
Nonostante ciò, i personaggi sono ben delineati e definiti, la protagonista dimostra una crescita interiore man mano che la storia si sviluppa, riuscendo a dare un senso alle sue paure e soprattutto ad avere il coraggio di affrontarle e accettarle.
E la Cortigiana? Purtroppo questa volta la Cortigiana, la storia, non è riuscita a trascinarmi nel mondo d’inchiostro. Il tutto è dovuto da un ritmo narrativo eccessivamente lento, la scrittura presenta una tendenza al soffermarsi su particolari a volte non necessari o comunque che distolgono l’attenzione del lettore dalla storia raccontata. Appesantendo, decisamente, la lettura. Paradossalmente però, vi è quasi una mancanza della descrizione dei luoghi della città di Helsinki, della Finlandia, non sono riuscita a trovare una relazione tra la storia e il luogo di ambientazione, solo qualche cenno sparso alla città lo esplicitava. Ho sentito la mancanza di quel legame così profondo e forte che la ragazza avrebbe dovuto provare per quella terra. Probabilmente tutto ciò è dovuto dal fatto che la maggior parte delle scene, la scrittrice ha preferito ambientarle in pochi precisi luoghi.
Voglio però spezzare una lancia a favore della cura, invece, nel descrivere il mondo interiore di Lucia, e del mostrare il suo sviluppo psicologico nel corso della narrazione.
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