Dannati – Glenn Cooper

By lacortigianadinchiostro
Maggio 27, 2016

 

dannati

Autore: Glenn Cooper

Casa Editrice: Editrice Nord

Pagine: 494

Genere: Thriller
Cari lettori, già una volta vi ho parlato della mia fastidiosa caratteristica dell’essere una lettrice difficile… estremamente difficile. Trovo noioso tutto ciò che sfocia nel banale, nello sbrigativo oppure nel prolisso. Odio l’eccesso, sia nella vita che nella lettura. In fondo la lettura è anche la mia vita. Vi starete chiedendo del perché di questo inutile preambolo, in realtà tutto ciò che scrivo ha un perché. Bene: ho passato questi giorni, circa due settimane, a leggere un libro. Vorrei soffermarmi sul tempo da me impiegato per finirlo. Vorrei quindi sottolineare l’estrema lentezza del mio approccio di lettura per questo particolare caso… e da ciò si può già cogliere il mio parere.

Il libro in questione è il primo capitolo della trilogia di Glenn Cooper Dannati con i successivi La porta delle tenebre e L’invasione delle tenebre. Tuttavia oggi mi soffermo sul primo libro.

Glenn Cooper come un moderno Dante, vuole portare il lettore nel lungo viaggio verso gli Inferi. Un Inferno tuttavia diverso da quello descritto nella Divina Commedia, non vi sono fiamme, non vi sono punizioni adatte per ogni tipologia di peccato, ma un Inferno con un’ambientazione molto simile a quella terrestre. La differenza? La mancanza di luce, di speranza, di gioia. La mancanza della vita e della morte. Ebbene sì, la morte molto spesso viene descritta dai dannati come una dolce speranza da accarezzare nella vita, la speranza di poter porre fine alle sofferenze. Ciò che tormenta gli abitanti dell’Inferno cooperiano è la paura del non morire mai più, della sofferenza perpetua in caso di ferite mortali, incidenti o malattie. La vera dannazione è il dolore incessante.

Un posto maledetto abitato da anime malvagie (e non solo). Ma non tutti hanno dovuto affrontare il fato della morte per raggiungerlo. Tra i dannati vi sono due anime diverse, due anime ancora vive, finite in quel mondo per un errore durante un esperimento scientifico. Un errore che ha permesso l’unione di due realtà parallele creando una sorta di passaggio. Da quel momento ha inizio il viaggio del protagonista, John Camp, verso un mondo sconosciuto ma guidato dalla scelta di affrontare l’Inferno pur di salvare la sua amata, Emily Loughty. Una storia che richiama la mitologia greca, quando Orfeo pur di salvare la sua Euridice è disposto ad affrontare le insidie dell’Ade.

La trama, caratterizzata dall’uso della terza persona, si dispiega agli occhi del lettore mediante una scrittura fluida e scorrevole, mostrando i diversi punti di vista dei protagonisti. Una scelta resa necessaria dal dover capire le varie esperienze che ogni personaggio è costretto ad affrontare, le paure e i pensieri.

Tuttavia, pur avendo un potenziale non indifferente, la cortigiana, la storia, non è riuscita a trascinarmi nell’Inferno come avrei voluto. La narrazione presenta una struttura a volte banale e poco particolareggiata, con una quasi totale mancanza di pàthos. Una mancanza che non può essere perdonata a una tale tipologia di romanzo. Nel quale la tensione, la paura, il dover quasi trattenere il fiato, dovrebbero essere degli ingredienti fondamentali per far sì che il lettore possa essere invogliato nell’immergersi nel mondo d’inchiostro.

Se lo consiglio? Come avrete ormai capito, la mia personale opinione è negativa. Un’opinione che forse non seguirà certamente la massa, essendo un romanzo estremamente pubblicizzato. Purtroppo quando una storia manca di quell’elemento immersivo così fondamentale, quando non c’è la cortigiana.. non è un romanzo adeguato alle mie aspettative.

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