Autore: Iris Bonetti
Titolo: Isolati
Casa editrice: Self publishing
Pagine: 487
Genere: Avventura
Cari amici librosi,
questo mese vi parlo del romanzo “Isolati” di Iris Bonetti. Un romanzo di avventura, mistero, passione, amore e lotta per la sopravvivenza. Una storia che scava, che affonda le radici ed esplora la vera natura umana, nel suo essere primordiale e selvatico. Quando le regole della civiltà sono ribaltate e gli istinti prendono il sopravvento. Un romanzo che porta alla riflessione, al chiedersi: come sarei io se fossi in quella stessa situazione? Come potrei agire?
Una storia di sopravvivenza che porterà i protagonisti ad affrontare paure primordiali, ataviche, in una terra che nasconde un segreto, un’ombra nel sottosuolo, un’antica leggenda, che sembra come sussurrare l’esistenza di verità sconosciute, di realtà celate. Cosa nasconde davvero quella terra selvaggia?
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Sei passeggeri del volo 962 della Qatar Airlines sono gli unici sopravvissuti al terribile incidente aereo che li ha coinvolti, naufragando nell’Oceano Indiano in una terra sconosciuta. Vite diverse unite da un tragico incidente, un filo rosso che li accomuna. Numerosi ostacoli incomberanno su di loro dove paura, desiderio, fame, sete, terrore per l’ignoto li avvolgerà destabilizzandoli. Ma nell’isola in cui sono giunti, non sono soli; ombre dense e oscure avanzano strisciando, un’antica leggenda trama su di loro. Un mistero stringe l’isola in una morsa di terrore che ben presto i naufraghi dovranno affrontare.
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Un romanzo strutturato in un continuo cambio di soggettiva, numerose sono le voci narranti, numerosi sono i punti di vista in cui il lettore può entrare, affacciarsi nelle finestre dell’inconscio degli attori narrativi, permettendo di poter comprendere ogni azione e pensiero di Avril, Javier, Matt, Maurice, Ramon e Ryan.
Io stessa, leggendo, ho provato un insieme di emozioni contrastanti: rabbia, comprensione, a volte frustrazione di fronte a determinate dinamiche. L’immedesimazione con Avril, il personaggio femminile, per me è stato automatico. L’unica donna superstite di quell’incidente, circondata da un nugolo di uomini.
Una storia che porta a riflettere sulla natura umana e sul come ci si potrebbe comportare in quella medesima situazione. Una prosa che induce a porsi domande che un po’ si temono, probabilmente; che scavano nella nostra anima, in quell’angolo oscuro e nascosto addomesticato dalle regole sociali e dal nostro vivere. La domanda che ci si pone leggendo è: “Cosa farei io al posto loro?”
Una domanda che effettivamente mi sono chiesta, e a cui non ho trovato una risposta certa.
La scrittura semplice e fluente trascina il lettore nelle vicissitudini affrontate dai personaggi, immedesimandosi e lottando assieme a loro nella comprensione della verità celata dall’isola, in continua suspense sul destino che incombe, reso possibile da un pathos crescente pagina dopo pagina.
L’autrice dà sfoggio di un’importante ricerca degli argomenti trattati, le informazioni sono dispiegate e affrontate con un’ottima consequenzialità logica. Si nota uno studio, una profonda conoscenza e ricerca delle tematiche trattate e dei vari contesti in cui i personaggi si muovono.
Dal punto di vista psicologico, i personaggi sono delineati in modo netto con precisi tratti psicologici e caratteriali che li contraddistinguono l’uno dall’altro. Ognuno è dotato di una sua voce particolare. La disposizione iniziale dei vari punti di vista, poi, permette di facilitare la presentazione e la distinzione tra i vari ruoli, evitando una possibile confusione; uno dei rischi maggiori quando si maneggiano vari punti di vista.
Che dire della Cortigiana d’Inchiostro? La vicenda narrata da Iris Bonetti non può che trascinare il lettore, fin dalle prime pagine, in quell’isola sperduta nell’Oceano Indiano e a temere quelle ombre di un antico mistero, che incombono lente ma inesorabili fino ad afferrare in una morsa di tensione e paura.
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