- Autore: Donato Carrisi
- Editore: Longanesi
- Genere: Thriller
- Pagine: 380
Cari amici librosi,
oggi vi parlo del thriller La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi edito da Longanesi.
Una storia ambientata nella cittadina immaginaria di Avechot, nel Sudtirolo, in un thriller che pone i riflettori sull’attenzione mediatica rivolta ad alcuni casi di scomparsa di minori.
Che fine ha fatto Anna Lou Kastner?
Una storia che gira attorno a una costante e pressante domanda: chi l’ha trascinata nella nebbia di quella maledetta sera del 23 dicembre?
L’agente speciale Vogel è nello studio dello psicoterapeuta Floris, in un profondo stato confusionale. Gli abiti che indossa sono intrisi di sangue, ma non è il suo. Il compito di Floris è quello di scavare nei meandri dei ricordi nebulosi di Vogel, il cui destino si intreccia con un recente caso di scomparsa minorile: Anna Lou Kastner, sedici anni, sparita senza lasciare traccia nella cittadina di Avechot, due mesi prima.
L’agente Vogel era a capo dell’indagine, e di cui poco ricorda. Ma cosa gli è successo, e di chi è quel sangue?
Vogel ripercorrerà quelle giornate fatte di indagini, sospetti e ricerca affannosa del mostro che ha trascinato con sé Anna Lou nell’oblio.
Si può sparire nel nulla, in un paesino dove tutti si conoscono?
Quella de La ragazza nella nebbia è una trama che si intreccia perfettamente con i casi di cronaca attuali. Mentre si leggono le dinamiche della scomparsa di Anna Lou, dei vari accadimenti attorno al caso, la mente del lettore va, nell’immediato, ai casi di cronaca che hanno caratterizzato il nostro reale. Emanuela Orlandi, Denise Pipitone, Yara Gambirasio, e purtroppo tanti altri ancora, tutti nomi ben impressi nella memoria collettiva. Minorenni sparite nel nulla, senza lasciare traccia. Solo in Italia scompaiono una cinquantina di minori al giorno, però non tutti colpiscono l’attenzione mediatica.
Ma qual è quel click necessario per far in modo che un caso possa meritare di essere preso in considerazione? È questa la domanda che si pone sempre l’agente Vogel. Conosciuto per rendere ogni indagine da lui seguita un cosiddetto “caso mediatico”.
Sesto romanzo dell’autore da cui è stato realizzato un film dal titolo omonimo.
In un continuo scambio tra flashback e racconti, la struttura narrativa è quella a cui Carrisi tiene particolarmente, considerandola come un’architettura potente: “[…] perché se non hai un finale potente è inutile anche affrontarlo, il viaggio.”
Una struttura che garantisce immediata attenzione e interesse in chi legge, creando lo scatto di un meccanismo particolare, il cercare di comprendere cosa ci sia dietro allo stato confusionale dell’agente Vogel. Attraverso un graduale cammino nei ricordi, la storia comincia nel diradare la sua nebbia iniziale, presentando i vari personaggi, l’ispettore Vogel, la vittima e ovviamente l’indagato (sarà davvero lui il colpevole?), ma soprattutto ciò che cattura particolare attenzione è l’importanza dei media nelle indagini.
Un sottolineare come ormai nella nostra società ciò che importa, ciò che è fondamentale per poter andare avanti anche nelle indagini, è la visibilità. Più si ha visibilità e più si attira l’attenzione, e più si attira l’attenzione più si hanno i fondi per poter continuare, aprendo il sipario alla fiera del dolore.
Una considerazione che lascia l’amaro in bocca, se ci si ferma a pensare a tutte le persone scomparse che non hanno ottenuto giustizia perché finite in un angolo, in quel maledetto dimenticatoio mediatico.
Nonostante la fluidità della scrittura, la costruzione interessante di alcune dinamiche come la setta a cui appartiene la famiglia Kastner, in generale la trama si caratterizza per avere un ritmo altalenante e poco avvincente. La narrazione non crea quel pathos che solitamente ricerco in un thriller, perché si dà davvero troppa importanza alla questione “mediatica”, perdendo quasi il focus reale dell’indagine. Inoltre, si riscontra confusione nella contestualizzazione, delle volte sembra che il tutto sia costruito in contesto più americano che italiano.
Nota abbastanza dolente, però, riguarda il finale che sembra mancare di una vera logica.
Che dire della Cortigiana d’Inchiostro? La storia de “La ragazza nella nebbia” inizia bene, trascina nell’immediato il lettore nel suo mondo d’inchiostro, tuttavia, dopo alcune pagine l’entusiasmo iniziale tende a diradarsi e ci si allontana dall’immersività. Un thriller con un grande potenziale, ma che poteva dare decisamente di più.
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